Quando si parla di allenamento si pensa sempre ai pesi da sollevare, le ripetizioni, gli esercizi e circuiti, spesso però ci si dimentica dell’importanza del recupero durante il workout. Analizziamo meglio questo importante fattore:
Dopo una seduta di allenamento la prestazione atletica subisce un calo, ed essa richiede un periodo di tempo variabile affinché possa essere ripetuta, questo periodo è detto recupero. Infatti l’allenamento provoca uno stress quindi è necessario un periodo di riposo adeguato per migliorare la performance.
Che cos’è il recupero e a cosa serve?
Definiamo quindi il recupero come un processo integrante dell’allenamento senza il quale la prestazione atletica non può progredire al meglio. Esso non è nient’altro che la pausa tra un esercizio e l’altro o tra i vari allenamenti e può variare da alcuni secondi ad alcuni giorni. Si parla infatti di recupero breve medio o a lungo termine. Durante l’allenamento si creano danni a livello muscolare creando infiammazioni, tutto ciò non è dannoso anzi, grazie al recupero si favorisce l’aumento della forza, del metabolismo e della crescita muscolare. Queste pause servono per permettere ai muscoli di recuperare le energie e riprendere la propria prestazione al meglio.
Recupero passivo
Il recupero passivo è il più classico e prevede una pausa più o meno lunga cercando di rilassare il più possibile le parti del corpo appena allenate.
Recupero attivo
Durante questo tipo di pausa si continua a fare attività ma in maniera blanda.
Viene spontaneo chiedersi quale dei due recuperi sia più efficace: Quello attivo permette di eliminare in modo più veloce l’accumulo di acido lattico ma rallenta la riproduzione del glicogeno. Quello passivo accelera la resistesi del glicogeno ma impiega più tempo ad eliminare il lattato. La scelta quindi va fatta in base al tipo allenamento eseguito e a cosa si vuole recuperare nell’immediato.